Mese: <span>Marzo 2018</span>

Imparare ad accettare il proprio corpo 2018

Quanto ciascuno di noi può dire di essere davvero consapevole del proprio corpo? Quanto possiamo dire di conoscerlo, di sentirlo, di saper ascoltare e rispondere ai segnali che esso ci invia? Quanto siamo consapevoli dell’influenza che il rapporto con il nostro corpo esercita sulla nostra autostima, sul nostro stato d’animo, sulle relazioni sociali?

Il corpo è una parte essenziale della persona, è una delle componenti principali del nostro Sé. Esso ci contiene, ci accoglie, spesso si fa portavoce di malesseri psicologici che nel fisico trovano sovente una via d’espressione privilegiata. Il corpo non mente, comunica il nostro stato interiore, ci mette in comunicazione con il mondo esterno diventando il tramite di ogni nostra esperienza.

Da ciò deriva l’importanza di curare il rapporto con il nostro corpo, di prendere coscienza di eventuali difficoltà ad accettare parti di sé, difficoltà che se non adeguatamente accolte e gestite, possono generare importanti disagi e sofferenze.

In una società dominata dall’apparenza, dall’esteriorità, dai cosiddetti selfie che serpeggiano sui social network, e che ci portano spessissimo a confrontarci con immagini corporee perfette e prive di qualsivoglia difetto, può essere davvero utile fermarsi a riflettere, dedicare del tempo a se stessi per migliorare la relazione con quest’importante parte di sé, meritevole di ascolto e attenzione.

Durante questo lavoro su di sé, è importante innanzitutto prendere coscienza dell’immagine che si ha del proprio corpo e del grado d’insoddisfazione ad essa associata. Successivamente è utile rilevare i pensieri e i giudizi sul nostro aspetto, che spesso sono i nostri giudici più spietati, e imparare a sostituirli con pensieri più efficaci e funzionali; parallelamente è fondamentale individuare e modificare i comportamenti inadeguati e limitanti, che riflettono il vissuto relativo all’immagine esteriore alimentando l’insoddisfazione corporea.

Questo workshop si propone di portare l’attenzione al corpo e ai vissuti collegati, mira alla presa di coscienza del proprio grado di insoddisfazione corporea e all’acquisizione di strumenti utili a favorire pensieri più realistici nonché l’adozione di comportamenti coerenti con i valori di ciascuno, al fine di favorire un rapporto più sano, autentico e realistico con il proprio corpo.

Destinatari:

  • Chi sente di avere difficoltà ad accettare del tutto o in parte il proprio corpo

  • Chi, guardandosi di fronte allo specchio, prova fastidio o aperto disagio

  • Chi ha pensieri negativi su di sé in relazione al proprio corpo

  • Chi ritiene che spesso il suo comportamento sia influenzato dalla propria immagine corporea

  • Chi insegue il perfezionismo

  • Chi ricerca la propria immagine riflessa per controllare il proprio aspetto

Metodo didattico

Il workshop sarà realizzato all’interno di un piccolo gruppo condotto da due psicoterapeute; i partecipanti saranno coinvolti attivamente attraverso esercitazioni pratiche, avranno modo di sperimentarsi e apprendere strumenti concreti per sviluppare e mantenere una migliore relazione con se stessi e il proprio corpo.

Conduttori

Dott.ssa Pugno Luigina, psicoterapeuta

Dott.ssa Querin Katia, psicoterapeuta

Costo

offerta libera a persona iscritti Ass. Eco 

10,00 euro tutti gli altri e  convenzionati

Data, ora, luogo di svolgimento

sabato 29 settembre 2018 dalle ore 16.30 alle ore 18.00 in Via Giaglione 7- Torino

Come posso iscrivermi?

Per informazioni e iscrizioni contattare i seguenti recapiti:

info@ecoassociazione.it

Dr.ssa Querin 3396711781

Compilare il form di contatto qui sotto, specificando il workshop

    IMPARARE AD ACCETTARE IL PROPRIO CORPO

    Tutti abbiamo qualcosa del nostro corpo che non ci piace. L’elenco delle “imperfezioni” che una persona può trovarsi può andare dai capelli diradati e dal soprappeso fino alle ciglia corte.

    L’immagine corporea si compone di 3 aspetti:

    • la componente percettiva (o distorsione corporea), ovvero come si percepisce il proprio fisico;
    • la componente attitudinale (o insoddisfazione corporea) costituita dall’insoddisfazione, preoccupazione e/o ansia che si prova per il proprio corpo;
    • la componente comportamentale, ovvero quei comportamenti volti ad “aggiustare” l’imperfezione o a non confrontarsi con essa.

    L’immagine corporea si forma durante l’infanzia attraverso il contatto fisico con le figure di attaccamento, i rimandi che si ricevono e la percezione delle differenze tra noi e gli altri (ad esempio “A 9 anni avevo già il seno, nessuna delle altre bambine ce l’aveva. Questo mi rendeva diversa da tutte e mi faceva stare male”). Poi ci sono le influenze del presente: i pensieri, le emozioni e i comportamenti che si attuano in relazione al proprio corpo.

    Quando l’immagine corporea è negativa, questa può avere effetti:

    • sull’autostima
    • nelle relazioni sociali
    • nei rapporti sessuali
    • sul tono dell’umore
    • sull’alimentazione
    • sul portafoglio

    L’insoddisfazione corporea è ciò che si prova a livello emotivo per il corpo e si manifesta quando c’è una discrepanza tra la realtà del proprio fisico e il come lo si vorrebbe. Ha quindi un’origine psichica.

    Innanzitutto è importante essere consapevoli dell’ampiezza della propria insoddisfazione e se è di grado marcato, farsi aiutare da uno psicologo.

    Per esserne consapevoli si possono scrivere le emozioni, i pensieri e i comportamenti che si hanno verso il proprio aspetto, si possono scrivere anche le parole che si usano per descrivere le parti che non piacciono.

    Successivamente bisogna lavorare sul non far coincidere i pensieri e le emozioni con sé stessi. I pensieri influenzano lo stato emotivo, come lo stato emotivo influenza i pensieri. Non si può avere un controllo sull’emergere di pensieri ed emozioni, ma si può lavorare per modificarli una volta che si sono presentati.

    Pensieri ed emozioni influenzano poi il comportamento (ad esempio stare in spiaggia sempre con il pareo e toglierlo solo per entrare in acqua o quando si è sdraiati supini, oppure truccandosi tutti giorni, oppure indossando abiti un po’ più larghi per nascondere la magrezza o mancanza di muscoli). È importante individuare i comportamenti che sono conseguenza dell’insoddisfazione corporea e che, una volta attuati, contribuiscono a mantenere una visione negativa di sé, e sostituirli con altri più costruttivi.

    Se fare tutto ciò da soli vi sembra difficile potete prendere parte al nostro workshop Imparare ad accettare il nostro corpo.

    Per saperne di più clicca qui.

     

    Dr.sse Pugno e Querin