Adamo ed Eva. Perché è così difficile amarsi?
“Perché lei mi ha lasciato?
Dove ho sbagliato?
Perché non è più come all’inizio?
Cosa vogliono le donne da noi uomini?”
Nella nostra attività di Psicoterapeuti spesso ci capita di imbatterci in uomini che esprimono la loro difficoltà nell’incontro con il ‘gentil sesso’. Anche quando sono desiderosi e propensi ad innamorarsi, ad iniziare una relazione, a conservarne una in corso, molti si scontrano con la fatica di relazionarsi con l’altro sesso in maniera serena, costruttiva ed egualitaria.
L’altra metà del cielo o per citare la scrittrice Simone de Beauvoir, il secondo sesso, pare in effetti ‘funzionare’ in maniera imprevedibile, incomprensibile e a volte ‘folle’ agli occhi degli uomini, che fanno della razionalità e della logicità la chiave privilegiata di lettura del mondo.
Le donne appaiono così tanto attraenti quanto sfuggenti, accattivanti quanto insidiose, disponibili quanto reticenti e hanno il potere di scardinare certezze, confondere le idee e portare l’uomo a perdersi in luoghi inesplorati della propria mente…e sostanzialmente a non capire cosa sia giusto fare o non fare e che cosa desiderino realmente le donne.
Alcune caratteristiche prettamente femminili, come la mutevolezza e i cambiamenti di umore, spesso spaventano il maschio che è alla ricerca di stabilità.
Negli ultimi decenni sono avvenute alcune ‘mutazioni’ culturali che hanno contribuito a spiazzare il maschio contemporaneo. Da un lato alcune caratteristiche prettamente maschili sono divenute patrimonio femminile generando confusione e difficoltà nell’individuare i ruoli. Le donne hanno iniziato a istruirsi divenendo in alcuni casi più colte dei propri coetanei, si sono liberate ed emancipate, hanno iniziato a scegliere il partner e a non attendere di essere corteggiate, hanno raggiunto vertici sociali e professionali inimmaginabili fino a pochi decenni fa. Tutto ciò ha messo in discussione i ruoli sociali che ora non sono più rassicuranti né facilmente definibili ed ha avuto importanti ripercussioni sulla sfera identitaria e relazionale dell’uomo.
Inoltre da un punto di vista sociale, i cambiamenti avvenuti (introduzione della legge sull’aborto o quella sul divorzio) hanno scardinato molte certezze, ad esempio il concetto di inscindibilità della famiglia, che prima di allora non erano mai state messe in discussione e che fornivano una fonte di rassicurazione per l’uomo.
L’uomo non immaginava che la donna prescelta potesse smettere di amarlo e lasciarlo. Le regole sociali precedenti non prevedevano tale eventualità. Oggi è cambiato lo scenario: la donna è ormai libera di scegliere il partner e di cambiarlo. L’uomo messo di fronte a tali incertezze reagisce spesso in maniera inadeguata.
Alcuni risolvono la questione con una odiosa e perniciosa svalutazione del femmineo, altri con la scelta della solitudine e dell’allontanamento dal rapporto di coppia, altri ancora con un sostanziale senso di perenne smarrimento e annichilimento.
Per quanto sopra citato e in base alla nostra esperienza clinica riteniamo che occorra imparare, riflettere e lavorare su come la costituzione e la manutenzione costante della coppia con la donna amata sia realizzabile nel migliore dei modi.
La figura dello Psicologo può contribuire a esplorare i vissuti connessi all’immagine del maschile e del femminile per aiutare chi si trovi in un momento di difficoltà favorendo una maggior consapevolezza delle proprie risorse.
Un percorso emotivo, accompagnato da un professionista, che permetta a ciascuno di meglio conoscere e sostenere i propri aspetti virili e, nel contempo, avvicinarsi alle differenze esistenti con “l’altra metà del cielo”.
Favorendo con ciò la consapevolezza di accostarsi ad un modo di vivere e pensare diverso dal proprio, ma forse anche per questo, capace di completarli e arricchirli. Insomma, citando Platone, è solo dall’unione dei due mondi, maschile e femminile, che ognuno può trovare “l’antica perfezione”.
Psicologo e Psicoterapeuta
Dott. ssa Chiara Delia
Psicologa e Psicoterapeuta