IMPARARE AD ACCETTARE IL PROPRIO CORPO
Tutti abbiamo qualcosa del nostro corpo che non ci piace. L’elenco delle “imperfezioni” che una persona può trovarsi può andare dai capelli diradati e dal soprappeso fino alle ciglia corte.
L’immagine corporea si compone di 3 aspetti:
- la componente percettiva (o distorsione corporea), ovvero come si percepisce il proprio fisico;
- la componente attitudinale (o insoddisfazione corporea) costituita dall’insoddisfazione, preoccupazione e/o ansia che si prova per il proprio corpo;
- la componente comportamentale, ovvero quei comportamenti volti ad “aggiustare” l’imperfezione o a non confrontarsi con essa.
L’immagine corporea si forma durante l’infanzia attraverso il contatto fisico con le figure di attaccamento, i rimandi che si ricevono e la percezione delle differenze tra noi e gli altri (ad esempio “A 9 anni avevo già il seno, nessuna delle altre bambine ce l’aveva. Questo mi rendeva diversa da tutte e mi faceva stare male”). Poi ci sono le influenze del presente: i pensieri, le emozioni e i comportamenti che si attuano in relazione al proprio corpo.
Quando l’immagine corporea è negativa, questa può avere effetti:
- sull’autostima
- nelle relazioni sociali
- nei rapporti sessuali
- sul tono dell’umore
- sull’alimentazione
- sul portafoglio
L’insoddisfazione corporea è ciò che si prova a livello emotivo per il corpo e si manifesta quando c’è una discrepanza tra la realtà del proprio fisico e il come lo si vorrebbe. Ha quindi un’origine psichica.
Innanzitutto è importante essere consapevoli dell’ampiezza della propria insoddisfazione e se è di grado marcato, farsi aiutare da uno psicologo.
Per esserne consapevoli si possono scrivere le emozioni, i pensieri e i comportamenti che si hanno verso il proprio aspetto, si possono scrivere anche le parole che si usano per descrivere le parti che non piacciono.
Successivamente bisogna lavorare sul non far coincidere i pensieri e le emozioni con sé stessi. I pensieri influenzano lo stato emotivo, come lo stato emotivo influenza i pensieri. Non si può avere un controllo sull’emergere di pensieri ed emozioni, ma si può lavorare per modificarli una volta che si sono presentati.
Pensieri ed emozioni influenzano poi il comportamento (ad esempio stare in spiaggia sempre con il pareo e toglierlo solo per entrare in acqua o quando si è sdraiati supini, oppure truccandosi tutti giorni, oppure indossando abiti un po’ più larghi per nascondere la magrezza o mancanza di muscoli). È importante individuare i comportamenti che sono conseguenza dell’insoddisfazione corporea e che, una volta attuati, contribuiscono a mantenere una visione negativa di sé, e sostituirli con altri più costruttivi.
Se fare tutto ciò da soli vi sembra difficile potete prendere parte al nostro workshop Imparare ad accettare il nostro corpo.
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Dr.sse Pugno e Querin