LE ASSOCIAZIONE ECO E ASAI UNITE CONTRO MALNUTRIZIONE E DISTURBI ALIMENTARI
Nel corso della collaborazione iniziata a settembre 2018 tra le Associazione Eco e Asai abbiamo realizzato 4 incontri, con ragazzi e genitori, volti a prevenire la malnutrizione e i disturbi alimentari.
Gli educatori dell’associazione Asai durante il laro lavoro di dopo scuola e prevenzione dell’abbandono scolastico hanno notato che i ragazzi non mangiavano con regolarità, saltavano i pasti e si alimentavano scorrettamente. Questo portava a difficoltà nello studio, rallentamento cognitivo e tendenza ad addormentarsi.
Abbiamo quindi deciso di fare 2 incontri con i ragazzi di 5 elementare e 3 media, e 2 incontri con i genitori per dare delle informazioni di base sulla corretta alimentazione e prevenire così futuri patologie fisiche e psicologiche.
Dall’incontro fatto dalle dottoressa Pugno e Querin con i ragazzi di 3 media è emerso che sono in generale ben preparati sulla composizione dei cibi, su quali siano preferibili rispetto ad altri meno sani, ma non usano le informazioni in loro possesso nelle decisioni alimentari.
E’ emerso che la metà di loro non fa la colazione, tutti non fanno spuntino e merenda, a pranzo qualcuno mangia, ma non si è capito bene cosa (pane e tonno, pacchetto di patatine, quello che trovano in casa) e che l’unico pasto che fanno degno di questo nome è la cena.
Si è rilevata anche una differenza rispetto al paese di origine: gli asiatici mangiano in modo più variegato e almeno 3 volte al giorno, mentre chi proviene dal nord Africa e dall’est Europa tende ad essere più monotono nell’alimentazione più discontinuo.
Si è quindi lavorato con loro sulla Piramide alimentare, sull’importanza della regolarità e varietà dei pasti e sulle conseguenze su corpo e mente del loro attuale comportamento alimentare.
Uno dei temi significativi emerso è stato la percezione di impotenza manifestata dai genitori in merito alla possibilità di intervenire sulle abitudini alimentari dei propri figli: alcuni genitori non sanno che i ragazzi non mangiano, altri ritengono di non avere strumenti o strategie per intervenire al riguardo. Abbiamo discusso sull’abitudine di dare dei soldi ai ragazzi per comprare da mangiare, che spesso tuttavia vengono impiegati per comprare cibo poco sano come patatine oppure bevande come la cioccolata alle macchinette: a tale proposito è emerso che tale abitudine rappresenterebbe un modo per non interferire con le spinte all’autonomia e l’indipendenza dei ragazzi, spinte che mal si concilierebbero con la merenda casalinga preparata dalla mamma. Abbiamo dunque stimolato la riflessione su quanto sia comunque importante dare ai propri figli informazioni corrette sulla sana alimentazione, preoccupandosi al contempo, di fornire alternative sane, come ad esempio offrire un frutto da portare a scuola. Inoltre abbiamo cercato di mettere in luce il significato affettivo che assume il cibo, nella dimensione del ‘prendersi cura’, del ‘pensare’ al proprio figlio anche attraverso, appunto, la preparazione di un semplice panino.Durante l’incontro abbiamo poi invitato i genitori a riflettere sul proprio comportamento alimentare cercando di incoraggiare la consapevolezza di quanto le proprie scelte alimentari rappresentino un modello di comportamento da trasmettere ai propri figli.
Infine, un ultimo tema emerso è stata la nostra percezione di un certo ‘timore’ da parte dei genitori di entrare in conflitto con i propri figli: alcune mamme hanno raccontato che quotidianamente consentono al proprio figlio di cenare tenendo il cellulare in mano oppure davanti alla televisione, sostenendo l’impossibilità di opporsi e quindi impedire questo comportamento. Questo aspetto ci ha indotto a sottolineare in modo fermo l’importanza del ruolo e della responsabilità genitoriale, che si declina nel fornire regole e stabilire limiti anche nel campo dell’alimentazione dei propri figli, sostenendo e gestendo eventualmente possibili conflitti che possono insorgere al riguardo.
Un elemento importante emerso è che nel passaggio dalle elementari alle medie i genitori percepiscono i figli come oramai in età per badare a sé stessi (dal punto di vista alimentare) e si disimpegnano rispetto alla cura di questo aspetto.
Complessivamente questi incontri hanno rappresentato momenti piacevoli di incontro e confronto: dopo un’iniziale e comprensibile reticenza, si è instaurato, in particolare con i genitori dei ragazzi delle medie, un buon clima che ha consentito un ricco scambio reciproco.
Riassumendo:
- i ragazzi hanno un’alimentazione non regolare e poco sana e ne sono consapevoli
- i genitori sono consapevoli che i figli saltano i pasti, ma non di cosa mangiano quando sono da soli. Inoltre sentono di non poter intervenire su questi aspetti
- i genitori hanno paura di entrare in conflitto con i loro figli per timore di “perdere” la relazione con loro
- si è sottolineata l’importanza di essere di buon esempio per i figli e di portare avanti il proprio ruolo genitoriale
- nel passaggio dalle elementari alle medie i genitori percepiscono i figli come oramai in età per badare a sé stessi (dal punto di vista alimentare) e si disimpegnano rispetto alla cura di questo aspetto
Dr.sse Pugno e Querin