L’educazione sessuale e affettiva rivolta ai bambini: come, quando e perchè proporla.
“Come si fanno i bambini?” La domanda arriva dal basso, dal cervello di un nanerottolo usualmente tenero, ma che in quel momento assume sembianze malefiche. Chiaramente lo spinoso quesito è posto in un momento inaspettato, in cui il genitore è completamente impreparato, a tavola o al supermercato, per esempio. Se il destinatario della domanda è un insegnante, si aggiunge un’ulteriore difficoltà: cosa gli avranno detto i genitori? Gli avranno già spiegato qualcosa? (E anche se se la sente di rispondere) qual è il compromesso tra essere chiaro e non incorrere nelle ire dei genitori?
Vecchie storie narravano così: I bambini nascono sotto i cavoli. Anzi no, li porta la cicogna. Oppure, se la questione proveniva da un ragazzino un po’ più grande, si ricorreva in emergenza a una strana storia di api e di fiori che gli confondeva ulteriormente le idee. Andava meglio a quei bambini a cui veniva risposto che i bambini nascono dall’amore dei genitori, o grazie al semino donato alla mamma dal papà. Per lo meno era qualcosa di più verosimile; probabilmente avevano finto di accontentarsi, aspettando che, un giorno, un amichetto che forse ne sa di più glielo spieghi meglio.
Molti adulti che oggi hanno sui quarant’anni hanno ricevuto come unica forma di educazione sessuale poche ore di spiegazione durante la scuola secondaria di primo grado. Un medico e/o un’ostetrica fornivano informazioni tecniche e asettiche sul sesso e sulla contraccezione, condite dal terrore (sacrosanto) delle malattie sessualmente trasmissibili.
Chi ha esperienza con i bambini sa bene che, già a cinque o sei anni, se non prima, richiedono informazioni pratiche sugli organi genitali, sulla gravidanza e sul parto; sono interessati alla “meccanica” della riproduzione. Sovente ricevono spiegazioni favolistiche o molto parziali a queste domande.
Successivamente, nel periodo fra gli ultimi anni della scuola primaria e quelli delle scuole medie inferiori, i cambiamenti del corpo e della mente conducono i ragazzi verso l’inizio della loro vita sessuale; cominciano a porsi domande sulla sessualità e sui criteri per orientarsi in questo territorio sconosciuto. Avrebbero bisogno degli strumenti per conoscersi, per capire se stessi e l’altro sesso, per prendere decisioni sensate e rispettose di se stessi; invece ricevono le informazioni tecniche che richiedevano cinque o sei anni prima (Veglia F., Pellegrino R., 2003).
Attualmente, l’educazione sessuale e affettiva precoce è considerata una modalità di prevenzione primaria delle gravidanze indesiderate e della trasmissione per via sessuale di malattie infettive. Inoltre, previene forme di sfruttamento, coercizione e abuso, discute pregiuzi e stereotipi legati all’essere maschio o femmina, previene discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Le informazioni trasmesse e le competenze promosse sono differenziate e adeguate per fasce d’età, come suggerito dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’educazione sessuale e affettiva è una materia di insegnamento obbligatoria nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea; fanno eccezione alcuni, tra cui, purtroppo, l’Italia. Perciò è necessaria una collaborazione tra le diverse agenzie educative, la scuola e la famiglia prima di tutto, nell’offrire a bambini e ragazzi la possibilità di avere informazioni e adulti e coetanei con cui discuterne.
L’educazione sessuale e affettiva non invita a fare sesso, ma si propone il delicato e fondamentale compito di preparare a relazioni adulte reciprocamente consensuali e rispettose del partner. Certo, non sempre ci si può improvvisare nel trattare un tema così intimo, ancora fonte di imbarazzo e tabù. Si invita i lettori a dare uno sguardo alla piccola bibliografia dell’articolo come punto di partenza per informarsi sull’argomento. Inoltre, l’Associazione Eco promuove corsi mirati, destinati a genitori, nonni, insegnanti ed educatori per riflettere sulle parole e sulle modalità con cui spiegare la sessualità a bambini e ragazzi.
I bambini ci spiazzano con le loro domande sull’amore, sulle differenze tra maschi e femmine e sull’origine della vita. Hanno bisogno di adulti che possano rispondere serenamente alle loro curiosità, in modo semplice e concreto, senza trascurare il significato relazionale della sessualità e le emozioni che accompagnano le diverse fasi della crescita.
Dr.ssa Valentina Congedo
Bibliografia
Del Re G., Bazzo G., 1997, Educazione sessuale e relazionale affettiva. Unità didattiche per la scuola primaria, Erickson Edizioni, Trento.
Veglia F. , Pellegrini R., 2003, C’era una volta la prima volta. Come raccontare il sesso e l’amore a scuola, in famiglia, a letto insieme, Erickson Edizioni, Trento.
http://www.fissonline.it/pdf/STANDARDOMS.pdf
http://www.napolicittasolidale.it/portal/punto-di-vista/6247-capire-l-amore.html