ALLENA LA TUA AUTOSTIMA!
L’autostima è un sentimento che proviamo riguardo a noi stessi generato da diversi fattori; non è un’entità definita una volta per tutte, ma ha una natura variabile. Infatti, deriva dall’equilibrio tra molteplici aspetti di sé, per citarne alcuni: l’aspetto fisico e il rapporto col proprio corpo, il contatto con le emozioni e pensieri, la percezione delle proprie capacità, la soddisfazione personale, relazionale e professionale.
Da un lato, la stabilità dell’autostima è considerata quasi sinonimo di salute mentale, così come eccessive fluttuazioni del suo livello sono sperimentate soggettivamente con disagio; dall’altro, sapere che l’autostima non è una proprietà invariabile dell’individuo, suggerisce che esista un margine di azione e intervento per migliorare il rapporto con se stessi.
Ecco i presupposti (o gli obiettivi a cui tendere) per un’autostima sufficientemente equilibrata e flessibile:
- riuscire ad accettare se stessi e la realtà;
- avere fiducia in se stessi: saper valutare obiettivamente le propria abilità di affrontare una situazione;
- saper affermarsi: poter comunicare, affrontare i conflitti, accettare, rifiutare;
- convivere proficuamente con la distanza tra immagine di sé e sé ideale;
- riconoscersi le proprie capacità
Inoltre, l’autostima si basa sulla convinzione di avere un valore intrinseco come persona e aumenta quando agiamo rispettando noi stessi e i nostri principi, diminuisce quando non lo facciamo.
Il lavoro psicologico su di sé e sulla propria autostima richiede di riflettere su due fronti.
Il primo sono le dinamiche in cui l’amor proprio affonda o da cui trae le sue radici, il suo nucleo più antico: i messaggi su noi stessi trasmessi dalle figure significative della nostra infanzia. Essi restano impressi nella mente, hanno plasmato la nostra immagine e si trasformano nel nostro dialogo interiore. Perciò è necessario avere il coraggio di ammetterli e riconoscerli.
L’autostima non si costruisce solo grazie a manifestazioni d’amore, apprezzamento e approvazione ricevute durante l’infanzia, ma anche dall’imposizione di limiti e regole che hanno favorito lo sviluppo di autocontrollo e disciplina.
Questa prima fase di lavoro può evidenziare che alcuni insegnamenti ed esperienze del passato hanno interferito con la costruzione di una visione equilibrata di sé; la fase successiva consiste nel capire che cosa ne abbiamo fatto di queste convinzioni nel corso della vita e come hanno influenzato la percezione di noi stessi e degli eventi, in particolare quelli di natura interpersonale.
Questo passaggio ci traghetta verso il secondo fronte di lavoro: la riflessione sulle modalità con cui manteniamo (o ci sforziamo di mantenere) in equilibrio l’autostima nel presente.
Fermarsi col pensiero sul passato potrebbe farci cristallizzare in una posizione vittimistica, bloccati nel biasimo di se stessi o degli altri; viceversa, riconoscere il proprio contributo attivo all’andamento dell’autostima è faticoso, ma è l’unico modo per intervenire su di essa.
Come possiamo, quindi, migliorare attivamente il nostro rapporto con noi stessi?
Ci sono almeno cinque talenti attraverso i quali si può imparare a volersi bene:
- essere presenti a sé stessi: troppo spesso pensiamo e agiamo direttamente bypassando quelli che sono i nostri sentimenti e desideri. Prestare attenzione ai propri bisogni e alle proprie emozioni, ma anche al proprio corpo, ci aiuta a essere presenti a noi stessi e a capire meglio quale bisogno è sotteso al nostro agire, a cosa aspiriamo, che cosa vogliamo. Si tratta di sviluppare l’”autoempatia”, cioè prendersi del tempo per ascoltarci e dedicare attenzione a ciò che sentiamo, accogliendolo e non respingendolo. In questo modo la situazione si chiarisce e la tensione si allenta, consentendoci di recuperare energie e finalizzarle a dirigere al meglio le nostre azioni.
- avere il coraggio di prendersi cura di sé, anche a costo di non piacere: sapersi occupare di sé stessi, gratificarsi, saper distinguere ciò che è buono per noi da ciò che non lo è, ma anche porre attenzione a stabilire i propri limiti e a “dare” in modo sano. Sono tutti elementi che possono indicarci se stiamo vivendo pienamente, se c’è qualcosa che possiamo migliorare per fare più cose buone per noi stessi o per proteggerci da abitudini dannose o da persone distruttive. Allo stesso modo va compreso fino a che punto è “sano” prendersi cura di sé e quando invece si trasforma in egoismo! Su questo può venirci in aiuto il punto successivo.
- coltivare un dialogo umano: saper esprimere sé stessi in modo sincero e assertivo, autorizzandosi a esprimere ciò che abbiamo dentro senza aggredire, giudicare o criticare l’altro; esercitarsi ad ascoltare l’altro in modo empatico e rispettoso; manifestare gratitudine o saper ringraziare, anche se stessi! Tutto questo ci aiuta a costruire delle relazioni restando in armonia con noi stessi, in una costante ricerca di un equilibrio sano tra i nostri bisogni e quelli degli altri. Coltivare la gratitudine per qualche minuto al giorno, invece, ci mette in contatto con elementi positivi e riesce ad infonderci energia e benessere: possiamo scegliere con cura i pensieri con cui nutrire la nostra mente, ogni giorno!
- vivere in accordo con ciò che siamo veramente: accettarsi e conoscersi per come siamo è una delle cose più di difficili (e a volte richiede l’aiuto di un esperto) ma è l’unico modo di avvicinarsi un passo di più a ciò che vogliamo diventare. Quando ci liberiamo di ciò che non ci appartiene più, o smettiamo di dare eccessiva importanza alle opinioni e ai desideri altrui invece di ascoltare la nostra voce, liberiamo spazio mentale ed energia per interrogarci su ciò che vogliamo realizzare e offrirci i mezzi per concretizzarlo. Si tratta di domandarsi se si è soddisfatti della propria vita ed ascoltare onestamente la risposta. Potete cambiare qualcosa? Se si, che cosa cambiereste?
- educare la propria mente: troppo spesso siamo il primo ostacolo verso noi stessi! Se pensiamo sempre in termini di giudizi creiamo dentro di noi un’energia negativa che avvelena il nostro umore e la nostra energia e scoraggia chi si sta vicino. E’ importante imparare ad abbandonare i giudizi e trasformarli invece in sentimenti/bisogni. Questa ginnastica mentale ci mette in contatto con ciò che vogliamo (anziché con ciò che non va) e ci libera dall’impotenza: conoscere i nostri bisogni ci permette di utilizzare la nostra creatività per cercare il modo di rispondervi.
Come abbiamo visto, quindi, l’autostima è un muscolo e come tale va allenato con costanza. Imparare a volersi bene e apprezzarsi è una scelta che possiamo fare ogni giorno “ri-programmando” la nostra mente verso stili di vita più adattivi e pensieri più funzionali che si possono imparare esercitandosi. Dedicarsi del tempo per lavorare in questa direzione significa prendersi cura di sé, in modo da stare bene con se stessi e da avere, di conseguenza, molto da dare agli altri provando il desiderio di farlo.
Il nostro workshop offrirà spunti di riflessione su questo tema e, attraverso semplici esercizi, vi avvierà sulla strada per migliorare la vostra autostima.