Nuovi nonni e nuovi nipoti: istruzioni per l’uso!
In Italia, al giorno d’oggi, le famiglie sono sempre più formate da coppie di genitori impegnati a tempo pieno nel lavoro. L’onere e l’onore di “badare” ai bambini viene spesso delegato ai nonni, o a parenti, tate, che possono dare una mano nelle ore che i bambini trascorrono al di fuori delle istituzioni scolastiche.
Dopo i pochi mesi di maternità, concessi dai contratti lavorativi, spesso la mamma è costretta a rientrare al lavoro, e, si sa, nelle graduatorie di accesso al nido pubblico è molto difficile rientrare, e quando l’alternativa è privata, è spesso anche troppo costosa … per cui cosa si fa? Nel tentativo di trovare la soluzione migliore e di affidare i piccoli a persone fidate e di famiglia, ci si rivolge in genere a chi non ha più grossi impegni lavorativi, che ci vuole bene, che ha voglia di mettersi ancora e di nuovo in gioco per i nostri bambini …chi se non i nonni?!
Ed ecco un esercito di ex genitori che si cala nuovamente nei vecchi panni e rimette mano a passeggini, pannolini, biberon… ma con un ruolo diverso, con un’età diversa e in tempi molto diversi. I nipoti, solitamente, suscitano nei nonni un sentimento nuovo, che induce a dare e ricevere amore incondizionato: accanto ad un bambino che deve crescere non c’è tempo per pensare alla vecchiaia.
Inoltre il miglioramento dell’aspettativa e della qualità della vita permette oggi agli ex-giovani, cresciuti nel periodo del boom economico, di poter avere in genere tempo e salute per dare una mano ai propri figli che non vivono lo stesso periodo storico di prosperità, in molti casi.
Per i bambini avere dei nonni significa avere delle figure di riferimento che li accompagneranno in modo stabile, un punto fermo, certo, in un periodo di precarietà economica, ma soprattutto relazionale, dove la fragilità delle coppie è spesso un problema del quotidiano.
E’ proprio in quella relazione che unisce insieme passato e futuro che avviene una condivisione inaspettata, in cui spesso ci si intende anche senza parlare, soprattutto quando i bambini sono ancora nel periodo dell’infanzia.
I nonni sono lo strumento attraverso cui i bambini di oggi incontrano il passato, attraverso i loro racconti conoscono altri modi di vivere, altri luoghi, altre usanze, altre modalità di relazionarsi che oggi non esistono più: questa narrazione è importante non solo perché permette loro di conoscere le proprie origini, la propria storia, la provenienza della propria famiglia, ma è fondamentale soprattutto per cercare di preservarli dalla cultura dell’omologazione. Una mente che conosce una sola prospettiva, quella che vede, che vive, è poco capace di creare alternative, fa fatica a sognare, ad immaginare, non sa creare.
Ogni bambino ed ogni età hanno le proprie richieste da accogliere, chi non ha neonati e lattanti da accudire, si trova magari a gestire nipotini dopo l’asilo o dopo le scuole elementari…bambini energici e carichi di desideri e aspettative: “Chi mi porta domani a calcio? Chi mi accompagna in piscina? Posso andare a fare i compiti dalla mia amichetta? “
Spesso a tutte queste, e a molte altre esigenze, rispondono prontamente i nostri super nonni.
I nonni di oggi sono diversi dalle anziane persone che raccontavano dei tempi della guerra e dispensavano saggi consigli sull’uscio di una porta, quando noi adulti di oggi eravamo bambini: oggi sono giovanili, hanno a volte ancora in parte un ruolo professionale, escono con gli amici, guidano, viaggiano e soprattutto sono aperti e curiosi. Sono nuovi nonni perché non ripetono i copioni della loro infanzia, non ricalcano i rapporti che hanno avuto con i loro figli, hanno concepito i mutamenti del tempo e sono giunti all’appuntamento con il loro ruolo di nonni molto cambiati: sono persone che hanno interiorizzato una diminuzione del senso del dovere e un aumento di possibilità di poter ottenere piacere. Un piacere che si concretizza nella loro voglia di occuparsi dei nipotini, trascorrere del tempo di qualità con loro, in cui giocare condividere fantasie, viaggiare o chattare con gli adolescenti.
Si rimettono in gioco per aiutare la famiglia, ma molto spesso nessuno li supporta nella loro nuova sfida educativa, pensando che, essendo loro già stati genitori, non abbiano più niente da imparare sui bambini. Questo pensiero, in parte, può essere condivisibile, ma forse non si tiene conto talvolta di alcune considerazioni importanti: i nuovi nonni sono sicuramente più sprintosi, più sportivi, più moderni, ma sono pur sempre appartenenti ad una vecchia generazione rispetto ai bambini “smart” di cui si trovano ad occuparsi!
“I bambini sono pur sempre bambini…” , qualcuno sostiene, è vero, ma sono bambini che giocano con cose nuove, con un linguaggio nuovo, che hanno stimoli diversi, che corrono verso un futuro che cambia velocissimo con continue proposte, con internet, con la tecnologia.
Pur armati di buona volontà e buoni propositi per crescere al meglio i propri nipotini, ben presto si trovano di fronte ad una serie di interrogativi e sfide complessi da affrontare: come si fa ad essere autorevoli, a farsi ascoltare e rispettare, senza rinunciare alle coccole e alla tenerezza? Come faccio se sono in disaccordo con i suoi genitori? Come si fa a impartire regole che non si condividono? Qual è il mio ruolo? Fino a dove posso spingermi se le mie idee divergono da quelle dei genitori del bambino? E se disobbedisce come mi comporto? E quando fa i capricci come lo gestisco? E i compiti? Riesco ad aiutarlo, posso/devo farlo? Cosa può mangiare? Quanto deve mangiare? Può guardare la tv? Per quanto tempo? E Internet? Glielo lascio usare? Sono capace di gestirlo e controllarlo quando è sul web? E così via…
Inoltre proprio l’importanza del ruolo che ricoprono per i nipoti li sottopone ad un sistema di aspettative, richieste, pressioni e anche ricatti affettivi difficili da gestire, sentendosi talvolta soverchiati dagli impegni, affaticati e oppressi dall’ansia e dallo stress delle responsabilità.
I nonni dovrebbero essere finalmente liberi dal dovere di educare e concentrarsi soltanto sul piacere di stare insieme ai bambini, usando la fantasia e il gioco, anziché severe regole: si trovano coinvolti in un percorso emotivamente complesso, nella ricerca di un’autorevolezza, che prenda forma in un rapporto fatto di intimità, tenerezza e gioco, una nuova dimensione dal significato inestimabile.
Spesso lo scontro è su tematiche legate al pericolo, al compromesso tra autonomia e controllo, alla libertà, in una realtà che ha generato, a causa della cronaca che tutti noi leggiamo ogni giorno, un terreno ansiogeno per le modalità di trascorrere il tempo dello svago: una contraddizione costante tra iperproteggere ed emancipare, che contraddistingue spesso gli stili educativi familiari negli ultimi anni.
E’ inoltre molto complesso decidere come comportarsi in modo corretto quando le relazioni e le dinamiche intrafamiliari diventano instabili e le decisioni prese non condivise, i nonni si trovano circondati da una pluralità di valori che non comprendono talvolta del tutto e a degli stili di vita molto differenti dalle proprie abitudini, che devono in ugual modo sostenere pur non essendo loro decisioni. Pensiamo a famiglie in cui si presentano trasferimenti temporanei per motivazioni lavorative di un genitore, a trasferte forzate imposte dai posti di lavoro, orari sfasati e turni incompatibili, magari in giorni festivi o weekend, oppure coppie che non trovano altra soluzione che allontanarsi per problemi relazionali o per prendersi i propri spazi.
I bambini, anche se non lo danno a vedere, soffrono la precarietà e la fretta costante del loro nucleo familiare, poiché sono profondamente abitudinari, cercano le loro basi sicure nelle persone importanti che hanno al loro fianco, e i cambiamenti spesso turbano la loro serenità e la loro stabilità, e li costringono a mettere in atto complesse strategie mentali per ritrovare un equilibrio e un senso di sicurezza. In questo trambusto quotidiano, in cui siamo tutti coinvolti, i nostri bimbi hanno un’occasione speciale quando beneficiano della presenza di un nonno che sta lì per loro, che può dedicargli del tempo senza fretta, che può ascoltarlo con pazienza e farsi raccontare le loro esperienze e le loro emozioni, i loro piccoli e grandi problemi.
Essere nonni non implica necessariamente un legame di parentela: è diverso il figlio della compagna di mio figlio dal nipotino che lui ha avuto dal precedente matrimonio? E’ diverso il mio nipotino adottato dal mio nipotino naturale? E’ diverso per me il figlio del vicino a cui voglio bene come fosse mio figlio? La “nonnitudine” non è questione di genetica, di legami di sangue: è questione di affetto e di relazioni importanti. Essere presenti nelle loro vite in modo emotivamente attivo e dedicato è quello che rende i nonni figure importanti nelle loro vite.
Queste sono solo alcune delle riflessioni e degli interrogativi che abbiamo raccolto nel corso della nostra esperienza di vita, clinica e lavorativa, e che ci hanno fatto pensare che forse la nostra società non si occupa a sufficienza delle esigenze emotive e pratiche dei nonni operativi nelle nostre famiglie, che non viene loro proposto uno spazio e un tempo dedicato, in cui poter esprimere i loro dubbi e le loro difficoltà, poterle condividere con chi vive esperienze simili e confrontarsi in una situazione di accoglienza e di ascolto che potrebbe fornire loro qualche spunto di riflessione e qualche occasione di informazione. Proprio per questa ragione abbiamo pensato di creare l’iniziativa “Nonni 2.0”, uno spazio e un’occasione per parlarsi, confrontarsi e sostenersi tra colleghi nonni, supportati da due psicologhe.proposta incontri e link al volantino.